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BCC
26/04/2021
La missione delle BCC: mettersi al servizio del territorio
A volte basta poco per cambiare o migliorare le cose. Altre volte serve uno sforzo in più. C’è però sempre bisogno di ascoltare, per raccogliere e accogliere. 

È quello che fa da sempre il Credito Cooperativo che proprio sull’ascolto dei territori ha costruito il suo modo di operare, distribuire risorse e creare valore. 

Di questo “attivismo delle comunità” danno ogni giorno concreta dimostrazione le Banche di Credito Cooperativo, che oltre a essere erogatrici di credito, servizi e prodotti finanziari, sono spesso anche donatrici di risorse e competenza. Procedono applicando il principio dell’ascolto del mercato anche ai bisogni sociali, arrivando in qualche caso a rilevarne di nuovi grazie al coinvolgimento di altre realtà sul territorio, dagli enti dell’amministrazione locale alle organizzazioni del mondo del non profit.

I modi di mettersi al servizio del territorio sono tanti. C’è l’esempio di BCC Arborea che in occasione delle scorse festività natalizie ha deciso di destinare 44 mila euro alle famiglie in difficoltà erogando alle persone in condizioni di vulnerabilità le risorse che avrebbe impiegato per gli omaggi alla clientela. Invece di cesti natalizi, buoni spesa per beni di prima necessità. A beneficiarne le comunità dell’oristanese. 

La BCC ha donato 17mila euro alla Caritas della Diocesi di Terralba, Mogoro, Guspini e Uras, 22 mila alla Caritas della Diocesi di Oristano da destinare a Oristano, Santa Giusta, Marrubiu e Arborea; 5mila alla Parrocchia del Sacro Cuore del Comune di Cabras.   

Ci sono poi iniziative che mettono letteralmente in circolazione cultura e tradizioni come nel caso di RivieraBanca Credito Cooperativo di Rimini e Gradara che ha sostenuto il Comune di Vallefoglia con l’acquistato di un pulmino da destinare ad attività culturali e ricreative. Il pulmino servirà al trasporto di materiale logistico in occasione di eventi e iniziative organizzate nel corso dell’anno. Anche per il trasporto del corpo bandistico, una tradizione cara al territorio. 

Molti gli sforzi a contrasto della povertà. Come ad esempio l’erogazione di BCC Borghetto che di recente ha donato 2mila euro al Fondo Nuove Povertà istituito dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Lodi per sostenere i progetti rivolti alle persone e alle famiglie fragili che a causa della pandemia si sono trovate in difficoltà. Una donazione che si aggiunge all’adesione al Fondo Emergenza Coronavirus. 

Altro esempio di ascolto dei bisogni del territorio è quanto fatto da BCC Bergamasca e Orobica di Zanica che ha stanziato 60mila euro da destinare alle famiglie in stato di necessità nei 16 comuni i cui opera con le sue filiali. Oltre a Zanica, Cologno al Serio, Azzano San Paolo, Berzo San Fermo, Borgo di Terzo, Comun Nuovo, Grassobbio, Grone, Levate, Martinengo, Pedrengo, Pognano, Spirano, Stezzano, Torre Boldone e Urgnano.

Lo stanziamento rientra in “BCC Alimentare”, un progetto umanitario avviato nel 2010 e intitolato a don Fausto Resmini attraverso il quale la banca affianca gli enti e le organizzazioni che si prendono cura delle famiglie in stato di indigenza. 

Un impegno nato nel 2010 con l’aggravarsi della crisi seguita allo scoppio della bolla dei mutui subprime che ha imposto nuove modalità di sostegno economico e finanziario. Nello spirito delle Banche di Credito Cooperativo, la BCC si è posta in ascolto del territorio e con l’aiuto delle realtà locali come Caritas, servizi sociali e di prima assistenza ha avviato una sorta di mappatura dei bisogni offrendo sostegno mirato ad associazioni e alle famiglie in estrema povertà. Un ascolto che si rinnova annualmente attraverso gli incontri con le stesse realtà sociali in occasione dei quali avviene lo scambio di esperienze e testimonianze.

Grazie a questo impegno BCC Bergamasca e Orobica di Zanica mette a disposizione delle associazioni un budget da spendere per acquistare i beni di prima necessità: 260 volontari che assistono più di 600 nuclei familiari. Risorse da impiegare “sotto casa”, nei paesi dove la pandemia ha condizionato e aggravato situazioni già precarie.